giovedì 31 dicembre 2009

Nuovo appuntamento

Parrucchiere Firenze

Erano circa le 9.30 di mattina. Ero sveglia già da quasi 3 ore. Penso: "Ora chiamo in negozio e prendo un nuovo appuntamento". Speravo con tutto il cuore che rispondesse lui al telefono. Guardo l'ora: "No cavolo così presto non posso chiamare, cosa penserà di me?". Me ne frego, prendo in mano la cornetta e compongo il numero... drin... drin... drin...

- "Pronto parrucchiere buongiorno" (Non è lui)

- "Pronto buongiorno vorrei prendere un appuntamento per una piega con A. se possibile"

- "Sì per quando?"

- "Per oggi!"

In quattro e quatr'otto prenoto. Metto giù il telefono e mi sento elettrizzata. Il battito cardiaco è accellerato e le vene mi pulsano. Vorrei che le lancette dell'orologio girassero veloci, fino a raggiungere l'ora in cui lo vedrò. Esco dal lavoro e mi precipito come una ragazzina insicura, nel primo negozio aperto di abbigliamento. Compro una maglietta verde, ho bisogno di sentirmi addosso qualcosa di nuovo. Guido felice e adrenalinica con la musica a tutto volume. Parcheggio, mi cambio la maglia, controllo il trucco, do una passata di lucida labbra e sono pronta.

Appena entro nel salone, lo vedo e mi abbaglia con il solito sorriso. Mi viene incontro con passo deciso di chi sa, di giocare in casa e spiritosamente mi chiede se questa volta può aiutarmi con la giacca. Lo lascio fare e gli sorrido anch'io. Mi tratta come una regina, come se lì dentro ci fossi solo io. E' gentile, sicuro di sé e premuroso. Vorrei cadergli a terra come una pera cotta, ma cerco di fare un minimo la sostenuta. Ridiamo e scherziamo come sempre. Nei discorsi che facciamo salta fuori che ho due figli. Lui non fa una piega. Chissà perchè, ma volevo tenerglielo nascosto ancora per un pò. Ho il presentimento che se la stia un pò "menando". Nel senso che questa piega la sta tirando un pò troppo per le lunghe. Gira e rigira la ciocca tra la spazzola, mi accarezza la testa per muovermi i capelli. Questo suo atteggiamento non può far altro che rendermi più sicura delle mie (prossime) azioni. 

Sta finendo la piega, mancano solo alcune passate di phon, quando una sua collega (vipera) si avvicina con un sorrisino malizioso dicendogli:

- "A. per favore potresti pensarci tu al ragazzo, che io non so usare la macchinetta e qua con lei finisco io?"

- "Arrivo subito, digli di apettare un attimo, qua finisco io!"

Mi sento leggera come l'aria. Ci guardiamo per una frazione di secondo dritto negli occhi e per la prima volta siamo imbarazzati. Prendo il coraggio a due mani e invento la prima scusa che mi viene in mente:

- "Senti devi farmi assolutamente un favore. Siccome il tuo datore di lavoro non fa altro che mandarmi sms con promozioni, sconti e vantaggi promozionali, non potresti cancellare il mio numero di cellulare dal computer, così finalmente la smette di rompere le scatole ad ogni ora?"

Questo più o meno è quello che mi è saltato fuori dalla bocca. Mi fa alzare dalla sedia, non prima di avermi mosso i capelli ancora qualche secondo e vualà! Arrivati alla cassa si siede davanti al computer e posando le mani sulla tastiera mi chiede il numero di cellulare ed io penso: "Ma noo, la miseriaccia e adesso come faccio a lasciargli il bigliettino con scritto il numero di cellulare se glielo dico ora?". Farnetico qualche parola che non ricordo assolutamente, poi con una scusa che al momento mi sembrava la più plausibile del mondo gli dico:

- "Senti è meglio che ti ridia il mio numero perchè non sono mai sicura di ricordarmelo a memoria".

Tiro fuori il post-it giallo piegato in 4 parti e glielo passo sorridendo:

- "Sai, non me lo ricordo mai questo numero di cellulare".

Si sentono le mie unghie che cercano di arrampicarsi sugli specchi, ma lui da vero gentilman, fa finta di niente e si mette in tasca il bigliettino. Mi sento avvampare, in quel momento comincio a sentirmi tutti gli occhi del negozio puntati addosso. Anch'io mi comporto come se nulla fosse accaduto. Lui si alza, mi aiuta a mettermi la giacca e ci salutiamo con un dolce sorriso.

mercoledì 30 dicembre 2009

Pensiero fisso

Pensieri in uscita

La testa mi fumava. Stavo cercando di pensare a un modo carino e per niente banale, di lasciare il mio numero di cellulare a lui. Non potevo certo dirgli: "Tieni, chiamami quando ti senti giù" e neanche mollarglielo davanti a tutte le sue colleghe, quelle hanno occhi come linci e lingue come vipere. Non volevo fare la prima mossa, sono io quella che vuole essere corteggiata. Mi sono saltati alla mente gli uomini primitivi e ho pensato che per mangiare bisognava pur procacciarsi il cibo no?

Così avevo scritto il mio numero di telefono su un post-it e infilato in borsa, le occasioni capitano sempre quando meno te le aspetti. Anche se avevo già intenzione di aiutare il fato e da lì a pochi giorni sarei capitata in negozio per una nuova piega. In testa solo un pensiero fisso su come non rivelarmi ovvia, piatta, convenzionale. Riflettevo: "Uno come lui, chissà quante ragazze avrà già avuto?". E più giovani di me, aggiungo adesso. Io sono ancora in sovrappeso dall'ultima gravidanza, il seno ha incontrato giorni migliori e la mia tonicità è solo un dolce ricordo.

Uno come lui, ha l'aria di un selvaggio, di uno che scopa ancora sugli scogli bagnati dagli schizzi caldi, del mare in Agosto. Di uno che bacia con la lingua appassionatamente e ti prende il viso tra le mani, di uno che gli basta un paio di jeans e una camicia per essere sexy. Viso pulito, sorriso luminoso, fisico asciutto e scolpito... sto divagando scusate.

Comunque l'idea mi venne, ed anche molto carina... ma questa è un'altra storia.

martedì 29 dicembre 2009

Il fuoco dentro

Dark side of the blog

Sento nuovamente rinascere il fuoco dentro di me. Il weekend passato dopo il primo incontro (con lui) è sembrato lungo, troppo lungo. Mi sentivo in gabbia, ero con la mia famiglia, con i miei figli e assieme a mio marito, dovevo essere felice, ma la mia testa era altrove e il mio corpo voleva seguirla. Dentro, mi sentivo bruciare. I miei pensieri erano rivolti a lui: "Chissà cosa sta facendo? Chissà se mi sta pensando? Chissà se gli sono rimasta impressa o se sono stata solo una cliente come tante altre?".

Mi sono messa a lavorare per cercare di scacciare quei timori. Ho sofferto e mi sentivo una stupida. Una stupida bambina. Ho cercato di analizzare le mie preoccupazioni e sono giunta a questa conclusione: questo mio star male, significa solo che il viaggio di partenza è iniziato. Inconsciamente prima e prendendone atto solo ora, ho capito di aver compiuto quel passo che mi stacca dalla sicurezza, dalla stabilità della mia famiglia. Sicurezza e stabilità ora non esistono e navigo in alto mare. Non tocco, ma so nuotare e voglio vedere dove mi porta la corrente. Potrebbe farmi ritornare subito a riva. Potrebbe farmi fare un giro dove il mare è più blu, per poi farmi naufragare su un'isola deserta. So che è un gioco pericoloso, del mare bisogna sempre avere paura; la corrente potrebbe trascinarmi in fondo agli abissi dell'oceano e non farmi più tornare in superfice. Ma è un rischio che voglio correre.

Il destino

Tracce di Elfo

Un pomeriggio di inizio mese prenoto dal parrucchiere un appuntamento per una piega. Mi presento il giorno dopo vestita da lavoro, con una faccia sconvolta e per niente femminile. Mi viene incontro un ragazzo alto, bello, moro e con un sorriso disarmante.

- Ti prendo la giacca?

- No grazie, ce la faccio da sola!

E con un "ghigno" malizioso lo spiazzo. Gli sfilo di mano l'appendino e ci poso sopra la mia giacca. Così devono essere le donne, sicure ed emancipate. Non so cosa mi è preso. Forse il diavolo si è impossessato per un attimo di me. Magari il diavolo in persona no, ma un suo aiutante in vena di divertirsi e fare danni sì. Ridiamo e scherziamo come fossimo vecchi amici, sembriamo compagni del liceo ritrovati per uno strano caso, per una strana coincidenza. Sento le occhiate delle sue colleghe addosso... penso "ragazzine" e ritorno a fare l'oca giuliva. Avrei voluto fermare il tempo, potermi godere ancora un pò quel momento. Ma il tempo è il mio peggior nemico e mi è sempre alle calcagna. Anche quella sera ho sentito il morso penetrarmi la carne debole. Saluto e ringrazio ma in testa ho solo un pensiero: "Perchè il destino ha voluto farmi incontrare lui? Perchè in questi giorni di tormenta interiore, ha voluto far comparire come per magia, una persona (lui) che in un attimo ha saputo risvegliare quei sensi che ormai giacevano inermi da tempo?".

lunedì 28 dicembre 2009

Crisi del settimo anno

Blog 360°

Mi chiamo D. e ho 30 anni. Ho due figli, un cane e sono sposata da 7 anni. Ho una bella casa e un lavoro di merda. Mi sento in piena crisi del settimo anno, con mio marito intendo. Lo amo ma in questo momento non mi basta più. Ho voglia ancora di sentire le farfalle nello stomaco, quella frenesia da primo appuntamento che ti trascina in un vortice di passione e ti carica di adrenalina. 

La passione...cos'è la passione? E' quel fuoco che arde dentro di noi, che ci fa compiere gesti impulsivi, che si alimenta di sesso, di amore, di complicità e vuole sempre cibo. E' come un bambino, sempre affamato e come tutti i bambini, se non hanno nutrimento, questa si spegne e muore.

Ho voglia di essere corteggiata, desiderata. Ho voglia di sentirmi addosso le mani di uomo e non sapere cosa faranno quelle mani. Non sapere che adesso mi prenderà un seno, adesso si sposterà sul fianco, poi...ho voglia di cambiamento. Voglio sentire il vento caldo dell'est agrapparsi alla mia pelle e portarmi con se, in un luogo esotico. 

Mi sento in contaddizione, sono confusa. Voglio l'uovo oggi e la gallina domani. Ma perchè ci troviamo sempre ad un bivio? Perchè dobbiamo per forza scegliere? Io voglio percorrere tutte le strade e non escludermi nessuna possibilità. Voglio poter cambiare quando più lo desidero ma facendo questo, non voglio ferire nessuno. Magia o pura illusione?

Mi sento come se un fulmine mi avesse squarciato in due, ma tutte e due le parti fossero rimaste vive. Pulsano di vita propria. Una parte pensa nero, l'altra pensa bianco. Hanno una loro testa, ragionano individualmente e non accettano compromessi. Vogliono aver ragione entrambe e vogliono decidere come meglio credono. Io non riesco a stare nel mezzo, mi sento tirata da una parte e poi strattonata dall'altra. Tutte e due mi vogliono e non cedono. Io cado un pò di qua e un pò di là. Mi lascio trascinare. Mi lascio trascinare dagli eventi senza decidere. Dal momento che non ho la testa per decidere, seguo semplicemente la corrente. Quel che sarà sarà...