martedì 28 dicembre 2010

Sensi di colpa?



Dovrei forse avere dei sensi di colpa? Dovrei vergognarmi di quello che ho fatto? Dovrei vergognarmi dei pensieri che ho avuto in testa? Camminare per le strade a testa china e non riuscire a guardare più negli occhi mio marito? No. Sono egoista, forse presuntuosa, ma non ho fatto niente di male. Occhio non vede, cuore non duole. 

Ci ho pensato e ripensato. Alla fine ho cancellato il profilo fasullo che avevo su facebook. Dopo il grande scivolone, ho raso al suolo ogni foto, cancellato ogni messaggio, "ucciso" tutti gli amici. Amici, mi viene da ridere. Perché poi chiamarli così? 

A proposito di scivoloni. Non vi ho mai raccontato la facciata che ho avuto incontrando "l'uomo dei miei sogni" conosciuto su fb. Un giorno, navigando tra facce sconosciute e sorrisi a 32 denti, vedo lui. Si chiama Andrea, ha 33 anni ed è di Milano. Nella foto del profilo indossa una camicia nera tenuta aperta sul petto. Non troppo aperta però da sembrare un tamarro, ma quanto basta da essere Uomo. L'uomo, ha un bel fisico ed un sorriso invitante. Gli chiedo l'amicizia e dopo poco cominciamo a messaggiarci. Prima qualche messaggio di presentazione, poi messaggi ironici, maliziosi e ricchi di doppi senso. Senza cadere nel volgare, passiamo alla chat. Non avevo mai chattato prima ad ora, non sapevo neanche come si facesse. 

Andrea è simpatico, simpatico e bello da impazzire. Non quella bellezza convenzionale però. Andrea è maschio. Dopo un breve periodo decidiamo che è venuto il momento d'incontrarci. Per lavoro, deve passare dalla mia città, ma non è solo. Chissenefrega, penso io. Decido di portarmi un'amica. L'unica che sa. La mattina dell'appuntamento sono agitatissima, ho le farfalle nello stomaco, mi sento una quindicenne alla prima cotta. Quando lo vedo ho un sobbalzo. Mi cadono gli occhiali, le chiavi che avevo in mano. Se avessi immaginato una scenetta del nostro incontro, non l'avrei di certo immaginata in quel modo. Goffa lo saluto e ci diamo due baci sulla guancia. Siamo imbarazzati tutte e due, ma forse lo sono solo io. Lui è sicuro e c'incamminiamo verso il suo amico. Altre presentazioni e poi la giornata passa molto lentamente...troppo lentamente. Ci saremmo scambiati sì e no 4 parole. Lui ed il suo amico facevano comunella e non c'è stato modo di infilarsi nei loro discorsi. Ho tanto sperato che la mia amica si sbagliasse quando d'un tratto sbotta: "Questo non ti richiama più"! Invece aveva ragione. Verso sera, mi scrive un lungo messaggio. Lungo da sembrare carino e celare le parole nascoste che a grandi linee sono state queste:  "Mi spiace ma...!"

Non ricordo le parole precise del messaggio, il mio subconscio ha cercato subito di rimuoverle. Il senso era quello comunque. Ora sto cercando di ripartire da zero. Sono (abbastanza) felice ed il Natale tutto sommato è stato un bel Natale. Anno nuovo, vita nuova. Ripartiamo tutti con i buoni propositi no?

lunedì 18 ottobre 2010

Senza senso



Non trovo senso nella mia vita. E' una parola grossa lo so, ma ne sono conscia. Oggi ho fatto la brava mammina, la brava mogliettina e tutta la famiglia si è andata a fare un giro in centro. Ammetto che sono stata spensierata, quasi felice. Non ho pensato alla facciata che ho da poco preso incontrando "l'uomo dei miei sogni" conosciuto su facebook...ma questa è un'altra storia che oggi non ho voglia di raccontare. Ero frizzante come l'aria che è cambiata tutto d'un tratto. Mi sono fatta carina, ho messo un pò di trucco in viso, lo smalto sulle unghie, i tacchi alti. Ho indossato biancheria sexy perchè questo mi fa stare molto bene con me stessa, mi rende sicura, audace e frizzante appunto. 

Siamo rimasti a cena fuori, abbiamo chiacchierato tranquillamente delle solite cavolate. Riso con i bambini. Mangiato in serenità. Ecco ero serena. Per una volta da tanto tempo, ero serena. Torniamo verso casa, la musica alla radio suona Coldpaly, io mi rilasso e succede il patatrac! 

Stavo osservando il panorama, giusto poco prima di arrivare a casa. La costa è stupenda tutta illuminata. Le mille luci della città si riflettono sull'acqua e la luna faceva capolino dalle nuvole. Un pensiero senza senso, mi è nato dalla mente. Come un conato di vomito arriva senza avvertire, come la velocità del lampo, un pensiero nato da che, da me? Perché sei nato pensiero, cosa vuoi da me? Oggi io stavo bene, perché mi hai voluto spiazzare? Così su due piedi, senza avvertire.

Ho pensato: "Questo panorama è meraviglioso, affascinante, selvaggio, perché non sono qui con un uomo accanto che è capace  di farmi provare queste emozioni? Perché non sono qui a godermi questo spettacolo con questo uomo?".

giovedì 7 ottobre 2010

Toccare il fondo



Ho veramente toccato il fondo.

Mi vergogno perfino a scriverlo qui dove nessuno mi conosce e dove mi leggeranno sì e no 4 gatti... senza offendere i gatti eh?

Ho creato un profilo su facebook fasullo.

Mi sono messa d'impegno e ce l'ho fatta. Ora dovrò memorizzare l'ennesima password senza poterla scrivere da nessuna parte così se per caso la dimentico, addio fb, addio blog, addio... cosa? Ma di cosa mi sto preoccupando? Dovrei preoccuparmi dei miei figli che vanno a scuola, del mio lavoro che assorbe tutte le mie energie, di mio marito che in questo periodo ha dei problemi di salute. Ed io? Mi sento una merda. Mi sono trasformata in una crocerossina e nel frattempo cerco amicizie su facebook.

mercoledì 6 ottobre 2010

Compito a casa



Posso essere felice in amore?

Ho lavorato, ho svolto tutti (o quasi) i compiti a casa. Pormi delle domande in questi giorni è diventato come la sveglia alla mattina, come la colazione dei bimbi, come l'acqua da bere...immancabile.

Non è stato facile devo ammettere, soprattutto non è stato facile rispondere alla prima domanda:

1. Perché è nato il nostro rapporto e cosa ha di speciale? E’ importante capirlo per sapere su cosa devi lavorare per mantenerlo saldo.

Il nostro è stato un colpo di fulmine. Custodisco quel giorno ancora con amore nel mio cuore, perché anche se è vero che ho tradito, quello che mi legherà a mio marito sarà sempre qualcosa di speciale. Anche se nel nostro rapporto si è formata una crepa, grande o piccola che sia, il nostro legame sarà sempre unico. Un rapporto è saldo per due motivi credo. Ti ami da morire oppure "ti ami" ma l'amore che ti lega all'altra persona è mutato, in qualche modo si è trasformato in qualcosa di astratto e impalpabile. Se prima c'era la passione che ci legava adesso c'è la forte conoscenza. Ho virgolettato quel ti amo perché senza essere ipocrita penso che per una coppia che è stata tanti anni insieme sia normale passare ad una fase più razionale e meno sentimentale. Meno passionale soprattutto. Alla fine si va sempre a parare in quel punto.

Un caro amico ancora single dice che si fidanzerà solo quando sarà sicuro di trovare la donna giusta con cui condividere una vita assieme piena di passione. Io gli rido in faccia sistematicamente.

Una cara amica fidanzata da 8 anni, dice che la passione non è tutto in una coppia, ma rimangono dei sentimenti più forti della passione...quali?

Sarò così cinica solo perché in questo periodo della mia vita sento che mi manca proprio quella cosa, questa benedetta passione? Se ne parla come se fosse una cosa tangibile, un prodotto che si acquista al supermercato. Purtroppo non è così, sarebbe un sogno, risolverebbe parecchi problemi però.

2. Sono stata veramente me stessa con lui? Se hai costruito un’immagine di te diversa da quella reale devi cominciare a cambiarla, ciò che conta sono naturalezza e spontaneità.

Assolutamente me stessa. Io in persona! L'unica tratto della mia personalità che non conosce è la parte di me amante, la donna vogliosa di coccole ma anche di altro. La donna che ha idealizzato il suo principe azzurro, creando un ipotetico mostro... non esisterà mai un uomo così. Non esisterà mai un uomo che ti può fare toccare le stelle con un dito...in tutti i sensi, o sbaglio?

Per ora ho risposto solo a queste domande, ma sono curiosa di rispondere al resto di questo fantomatico test. 

sabato 2 ottobre 2010

Felice in amore?



Posso essere felice in amore?

Questa è la domanda che ci pone oggi Yahoo. Per saperlo con esattezza, dice che bisogna rispondere a 13 domande. Tutto qui? Sì ma le risposte a se stessi, devono essere dettate con il cuore...proviamo:

1. Perché è nato il nostro rapporto e cosa ha di speciale? E’ importante capirlo per sapere su cosa devi lavorare per mantenerlo saldo.

2. Sono stata veramente me stessa con lui? Se hai costruito un’immagine di te diversa da quella reale devi cominciare a cambiarla, ciò che conta sono naturalezza e spontaneità.

3. Come vediamo la nostra storia amorosa? Si tratta di un test da fare insieme, in cui tu e lui dovrete visualizzare il modo in cui vi vedete. Se le immagini di voi due combaciano siete sulla buona strada, se sono confuse vuol dire che ci sono poche prospettive. Dovete pensarla allo stesso modo sulla vostra relazione perché è la condizione senza la quale è impossibile fare progressi.

4. So creare armonia nella coppia? Saper mettere insieme le tue diversità con quelle di lui è un fattore importante per tenervi uniti.

5. Possiamo cambiare insieme? Porsi questa domanda è importante per capire che livello di impegno, passione e intimità c’è nel vostro rapporto. Prova ad esempio a sostenere i suoi progetti e fagli capire che anche per te è importante che lui sostenga i tuoi. Bastano anche 5 minuti al giorno per vedere se un cambiamento insieme è realmente possibile.

6. Posso sopportare i suoi difetti? Una domanda importante per capire il livello di tolleranza e forse di amore che nutri nei suoi confronti.

7. Sono come sono o come vuole lui? Tu sola sai se hai costruito un’immagine falsa di te ai suoi occhi per essere come lui ti vuole. L’unico modo perché una storia funzioni sul serio è essere se stessi, pur cercando sempre di venirsi incontro.

8. Riesco a stare da sola anche se sono con lui? Stare bene con se stessi è un requisito fondamentale per stare bene con il partner, anche in mezzo ad una festa. Stare incollati anche quando uscite non è un sintomo di legame della coppia ma un sintomo di insicurezza. In più, fare esperienze diverse e poi raccontarsele è bello e arricchisce il rapporto.

9. Quando litigo affronto i problemi veri o dico cose che fanno solo arrabbiare? Quando litighi dici cose che feriscono? Rifletti e cerca di capire se un litigio è un pretesto per sfogare la tua insoddisfazione nei suoi confronti o per risolvere di petto un problema reale.

10. So prendermi le mie responsabilità dopo un litigio? Quando si litiga si è sempre in due, quindi ognuno dovrebbe prendersi le sue responsabilità. Se riesci a fare un po’ di sana autocritica vuol dire che sai anche dove devi lavorare per migliorare.

11. Penso di odiarlo qualche volta? Pensare che il tuo partner sia insopportabile può essere liberatorio e aiuta a scaricare la tensione. Meglio però evirare i musi lunghi e provare a stemperare man mano il senso di frustrazione nei suoi confronti.

12. Sto facendo sempre gli stessi sbagli? Cerca di capire se stai ripetendo un comportamento automatico e analizzalo. Se si tratta di uno schema modellato su una storia passata spezzalo immediatamente, perché è un sicuro elemento di infelicità.

13. Sto meglio quando sono con a lui? Questa è la domanda più importante. Se lo guardi negli occhi cosa provi? Rispondi a te stessa con la massima sincerità e saprai cosa fare. 


Ok io provo a rispondere, poi vi saprò dire!

martedì 14 settembre 2010

Regredire



Mi sono accorta di essere cambiata.

 Mi sento una stupida bambina capricciosa.

Voglio l'uovo oggi e la gallina domani. So che questo è impossibile e molto stupido.

Eppure pur sapendo che è stupido, lo desidero con tutta me stessa.

Sto regredendo mentalmente.

Regredire cioè tornare a uno stadio più arretrato dello sviluppo psichico.

Nella mia testa ho idealizzato il mio uomo ideale. Niente di più sbagliato potevo fare.

Mi sono costruita intorno, un castello dove poter rifugiarmi e sognare.

Solo che questo castello è fatto di cartone... e appunto di sogni.

sabato 11 settembre 2010

Buon compleanno



Oggi è il compleanno di A.

Oggi è meno pivello del solito..."solo" 9 anni di differenza tra me e lui.

Alle ore 00.40 circa mi alzo da letto e prendo la decisione di scrivergli un sms. Sarà perché il giorno precedente ho parlato di lui con un'amica, sarà perché tutti i santi giorni passo davanti al negozio dove lavora, o forse più semplicemente perché è il suo compleanno, accendo il cellulare e gli scrivo:

"Questa sera mi sei venuto in mente tu, forse perché domani sarai meno pivello del solito? Buon compleanno A.! Magari una sera potresti offrirmi un aperitivo"

Lui mi risponde:
"Grazie D. scusami ma ero ad allenamento...cmq sì, ci penserò per l'aperitivo :-)"

Io controbatto:
"Non credevo che i pivelli pensassero!"

E lui:
"Hai visto come faccio il prezioso?"

Ultimo mio sms:
"Bè come al solito...vedo che non sei ancora maturato sotto quel punto di vista. Oppure vuoi che venga in negozio e ti chieda formalmente un invito davanti a tutti?"

Lui:
"E mi dispiace ma sono in centro questa settimana...cmq grazie..."

Potevo scrivergli un altro messaggio? Potevo umiliarmi ancora un pochino? 

No basta grazie, ho capito da tempo che lottare contro gli stronzi c'è poco da vincere...

...però come mi mancano i suoi sguardi...

...e i suoi baci.

giovedì 12 agosto 2010

La metà della mela



Mi perdo negli occhi dei ragazzi. Sogno ad occhi aperti di provare le loro stesse forti emozioni. Per loro è tutto più amplificato. Per noi adesso è come l'orizzonte in lontanza...una liena piatta.

Ho bisogno di avere un uomo forte accanto, sicuro di se.

Un uomo capace di farmi arrivare alle stelle, solo con uno sguardo. Esistono questi uomini oppure sono descritti solo nei libri di fantascienza? Deve avere le mani grandi e saperle muovere come un giocoliere del circo. Deve essere gentile e ben educato, un "piccolo" lord ai giorni nostri.

Deve essere alto e tracimare di passione. Deve essere innamorato della vita e saper godere delle cose semplici: un fiore che sta sbocciando, una luna piena, il sorriso di un bambino...

Voglio essere tenuta per mano e portata in un altro mondo, voglio scoprire sentimenti che non ricordo più di provare. Esiste la metà della mia mela?

martedì 10 agosto 2010

L'amante



L'amante è colui che ama.

L'amante è colui  che è legato all'amore, spesso illecito, a un'altra persona.

Sono un amante.

giovedì 5 agosto 2010

Labbra rosse



Andai a prenderlo in macchina in centro.

Quella sera la città era paralizzata da una forte nevicata. Tutto era ovattato, lo erano anche i miei pensieri.

Gli mandai un sms dicendo che non ero sicura di riuscire a partire con la macchina. Lui mi rispose che se volevo vederlo dovevo farlo e punto. Lui voleva vedermi.

Guidavo attenta e mentre mi avvicinavo al luogo dell'appuntamento sentivo la tensione sulle spalle. "Ma cosa cavolo sto facendo?" - "Sto andando a rischiare per cosa, una scopata?". Eh sì perchè quello era sicuro, lo si poteva percepire nell'aria, quella sera sarei arrivata fino in fondo. Così tesa ed agitata per la situazione arrivai da lui con lo stomaco chiuso.

A. era tutto sorridente. Entrò in macchina infreddolito e mi prese subito le mani tra le sue. Quel gesto mi fece sciogliere. Pur essendo un ragazzo molto giovane, le sue mani sono grandi come quelle di uomo.

Imboccai la prima strada, ma dove potevamo andare? Non volevo portarlo subito nel classico posto appartato dove finiscono i ragazzini ad amoreggiare. Avevo bisogno di una scusa però per andare in un luogo carino, ma non troppo frequentato. Mi ricordai di un bel paesino non molto lontano dalla città, dove si poteva godere di un bellissimo panorama. Andammo lì.

In strada c'ervamo solo noi e qualche altro pazzo. La radio suonava ma non riuscivo ad ascoltare una canzone, non riuscivo a seguire la musica. Poi si sporse dal suo sedile e mi venne vicino. Mi baciò. Una bocca calda, accogliente, morbida. Non ci potevo credere, "l'idolo" di un sacco di ragazzine stava baciando me: moglie e madre ancora in sovrappeso dall'ultima gravidanza.

I vetri si cominciarono ad appannare, l'aria era diventata più calda e lui aveva le mani sotto la mia maglietta. Cercava di insinuarsi dappertutto, non mi lasciava tregua, avrebbe fatto l'amore lì, ai bordi della strada, sotto alcune case. No non si poteva. Presi in mano la situazione e guidai in un posto appartato. Ora eravamo liberi di fare ciò che volevamo, senza freni, senza remora e senza rimpianti da parte mia.

Ci baciammo per un tempo indefinito. Avevo le labbra rosse, calde, stanche. Mi spogliò completamente e in un attimo fui nuda. Non volevo questo, volevo godermi il momento assaporandolo attimo dopo attimo. Quella sera prima di uscire di casa, mi ricordo che impiegai almeno 5 minuti nella scelta degli slip. Lui in un secondo me li strappò dal corpo senza neanche degnarmi di uno sguardo. In questo sentii tutta la sua gioivinezza gravarmi sulle spalle. Ma cosa stavo facendo?

Andò anche peggio quando A. sbaglio a mettere la protezione. La bellezza del momento svanì in un lampo, io volevo un uomo, lui era solo un ragazzo travestito da uomo. Facemmo l'amore se così si può dire. Lui aveva fretta di godere, fu un incontro a tratti violento, ma non mi fece male. Ci girammo uno sopra l'altra un paio di volte poi lui arrivò all'apice del piacere...io no. Solo il ricordo di una lunga scopata, mi fece stare bene.

Ancora adesso che non ci vediamo più, il pensiero di quella sera mi fa sorridere. Cosa credevo di trovare l'uomo dei miei sogni?

Erano quasi le 5 di mattina e lo riaccompagnai a casa. Aveva smesso di nevicare e le strade erano ghiacciate. Per poco non finimmo già da un burrone. Che incosciente che sono stata quella sera. Ma in quel momenti ero lì e non potevo cambiare le cose, non potevo tornare indietro nel tempo.

Lui quasi si addormentò in macchina. Mi sembrava un pulcino accanto a me, mi sembrava di essere sua madre. Decisi che quella sera sarebbe stata l'ultima. Le sensazioni che bollirono in me erano diverse a tratti opposte. Un momento prima ero felice, un attimo dopo triste.

Porterò questa esperienza nella tomba con me. Nessuno dovrà sapere, non avrebbe senso. Sarebbe solo puro egoismo andare a raccontare tutto a mio marito. Non voglio ferirlo più di quanto non abbia già fatto, lui non se lo merita, lui non mi merita.

mercoledì 28 luglio 2010

Dolci equivoci



Sogno ad occhi aperti il prossimo incontro con lui.

Sogno un appuntamento romantico, pieno di dolci equivoci e passione.

Voglio accanto un uomo forte che mi dia forti emozioni.

Ho bisogno di sentirmi ancora viva.

Continua a mandarmi sms. Non è ripetitivo. Non è estenuante ma sempre garbato.

E' sveglio il ragazzo, gli piace giocare con il fuoco.

Dobbiamo rivederci, un bacio non mi basta più.

lunedì 26 luglio 2010

Chiodo fisso



Come mi mancano i suoi baci.

domenica 25 luglio 2010

Shopping



Decisa di volerlo rincontrare subito, mi feci venire in mente una scusa plausibile per riuscire a "sgattaiolare" nuovamente fuori casa. La Domenica finora è stata sacra e si è sempre passata in famiglia...finora.

La scusa più sciocca e semplice a volte può essere la più forte e la meno banale di una scusa costruita a tavolino. In questo caso, i saldi erano stati un'ottima occasione per poter uscire di casa anche quel pomeriggio e fare un pò di shopping. La cosa era sembrata normalissima.

Mi misi d'accordo con A. appuntamento in centro all'ora x!

Com'ero felice di rivederlo così presto e com'ero felice di sapere che anche lui aveva voglia di rivedermi.

~ ~ ~

Non ricordo di preciso cosa facemmo quel pomeriggio, sono passati parecchi mesi da allora. Andammo in giro per negozi quello sì. Bevemmo una cioccolata fumante in tazza e gli feci assaggiare la panna montata più buona di tutta la città. Lui era così gentile, fresco. Mi teneva i sacchetti da vero gentiluomo e mi lasciava il passo ogni porta che attraversavamo.

Mi fece anche un regalo. Un regalo di Natale.

Eravamo in un negozio di abbigliamento, stavamo guardando qualche maglietta e lui ad un tratto mi disse: "Te la regalo io questa".

Mi stupì. Sinceramente detta fra noi, non era certo un gioiello splendente che mi regalava, ma il modo in cui lo fece sembrare così spontaneo e improvvisato mi piacque molto.

"Non ho mai fatto un regalo di Natale a nessuno, neanche a mia madre"

Mi fece notare con ingenuità. Io apprezzai.



Pensai: "Forse con questa T-shirt potrò sentirmi di nuovo una ragazzina...come lui!"

Poi arrivò sera in fretta e ci dovemmo salutare.

Mi accompagnò al parcheggio. Aprii la macchina per posare i tanti acquisti e lui si avvicinò.

Non ricordo di preciso le parole esatte che mi disse.

Non più di un palmo divideva i nostri sguardi.

"Questa sera però ci vuole un vero bacio"

Mi prese il viso tra le mani ed io mi sentii sciogliere. Il cuore mi saltava nel petto, tra la paura di essere scoperta e le sensazioni che provavo in quell'istante. La sua lingua morbida mi accarezzava le labbra.

Un bacio caldo, appassionato anche se fugace.

Che bello baciare e provare di nuovo quelle emozioni, l'attesa, lo stomaco in subbuglio, il calore delle mani che stringono il collo, le spalle.

Allora pensai: "Adesso sì che mi sono cacciata veramente in un guaio".

sabato 24 luglio 2010

Un piacevole danno



Il guaio è una situazione difficile, un danno.

La coscienza è la consapevolezza di se stesso, delle proprie azioni, dei propri scopi.

La mia coscienza mi diceva di aver fatto un guaio.

La mia incoscienza mi diceva di rivedere lui.

Mi mancava il fiato.

Avevo bisogno di rivederlo.

Subito.

venerdì 8 gennaio 2010

Emozioni



"Tento di rubare con i baci il suo dolce sorriso,
di bere i suoi neri sguardi con i miei occhi”.

R. Tagore

giovedì 7 gennaio 2010

Un drink e via...


Dopo "1000" sms ridicoli e divertenti, ci mettemmo d'accordo per vederci per un drink. L'idea era quella di passarlo a prendere vicino a casa sua e poi scappare verso meta ignota, dove nessuno mi avrebbe riconosciuta. L'ora dell'appuntamento era vaga, intorno alle 21.30. Dopo una corsa folle in autostrada, arrivai poco prima delle 22.00. Scelsi un bel CD, per ascoltare buona musica: Unplugged di Eric Clapton.

Arrivò in ritardo...ma non erano le donne a farsi aspettare?. Sorriso sulle labbra, casco in mano e jeans a vita bassa...cazzo quanto è giovane, sembro sua zia, sembro sua sorella più grande! Esco dalla macchina e gli vado incontro. Lo abbraccio per due secondi sussurrandogli all'orecchio: "Che bello vederti di sera!".

Saliamo in macchina. Mi prende le mani tra le sue e mi dice: "Senti che mani fredde". Quel contatto mi fece salire un brivido. Non ci eravamo mai toccati prima d'ora, io almeno non lo avevo mai toccato prima d'ora. Un gesto che può sembrare così banale, mi fece trasalire. Un semplice sfioramento di mani, può essere sensuale, intrigante. Quell'atto così spudorato, così istintivo da parte sua, ma senza alcuna malizia, mi provocò un'ondata di tremiti. 

Accesi la macchina, misi le mani sul volante e ci incamminammo lungo la strada. Destinazione ancora ignota. Parlavamo e ridevamo. Ridevamo e parlavamo. La macchina sembrava muoversi da sola. Lunga e diritta correva la strada, l'auto veloce correva; la dolce estate era già cominciata, vicino lui sorrideva. Forte la mano teneva il volante... parevamo dentro una canzone, dentro un film, non mi sembrava vero. In quel momento non mi sfiorò neanche un senso di colpa, d'altronde non stavo facendo niente di male no?

Quando scendemmo dalla macchina la temperatura diceva "freddo", ma io non lo sentivo. Stavo bene. Non volevo essere da nessun'altra parte se non lì, lì con lui. Camminavamo sul marciapiede scontrandoci continuamente. Ci muovevamo lungo le strade del paese, senza far caso alla gente che ci stava intorno. Passavamo davanti ai locali strapieni di urla e risate e manco ce ne accorgevamo. L'unico momento che riuscì a colpire la nostra attenzione, fu la scenata di una ragazza fuori di testa, nei confronti di una sua coetanea. Gelosia? 

Dopo varie "vasche" per le stradine del borgo, trovammo un pub dove fermarci a bere un drink. Volevamo starcene un pò isolati, volevamo un pò di privacy, così decidemmo di sederci sui divanetti fuori. Eravamo gli unici... con quel freddo polare! Mi sistemai a fianco a lui. Il tempo sembrava immobile, si muovevano solo le persone attorno a noi. Eravamo in quella dimensione dove le parole scorrono a fiumi, dove non devi far altro che conoscerti e puoi dire qualsiasi cosa perchè tanto sai che per l'altra persona sarà una cosa nuova. Ci raccontammo tante vicende vissuti da bambini. Gli raccontai dei miei figli, del mio lavoro, anche lui mi raccontò del suo lavoro. Il suo sogno è quello di aprirsi un giorno, un salone di parrucchiere: "Tata Hair Style"
Tornammo in macchina. Io volevo che la serata non finisse più, lui l'indomani mattina aveva una partita di calcio e doveva svegliarsi presto. Il "bambino" non doveva fare tardi altrimenti il mattino seguente non avrebbe reso sul campo... bleahhh! Odio il calcio e odio tutti quelli impallati di calcio. Lo riaccompagnai al motorino. Mi fa un effetto strano scriverlo: accompagnarlo al motorino, mi sento di nuovo sua zia. 

In macchina con la musica accesa, non finivamo di parlare. Ogni tanto lui diceva: "Oddio è tardissimo (00.30) devo andare a casa... ma non voglio andare!". Io non dicevo niente, me ne stavo in silenzio, ma godevo del fatto che non volesse tornarsene a casa, che non volesse andersene via da me. 

"Oddio è tardissimo (01.00) devo andare a casa... ma non voglio andare!".

"Oddio è tardissimo (01.30) devo andare a casa... ma non voglio andare!".

"Oddio è tardissimo (02.00) devo andare a casa... ma non voglio andare!".

A un certo punto l'ho cacciato via. Gli ho detto: "Va bene, esci da questa macchina e vattene a dormire! Stiamo fermi, non facciamo niente, lasciamo tutto così com'è". Lui dolcemente mi ha chiesto: "Neanche un bacino?". E per un breve istante le nostre labbra si toccarono. Poi di corsa tutti a nanna.

lunedì 4 gennaio 2010

Sole tiepido

Zero Branco

Quella mattina ero in giro per commissioni. Come al solito pensavo a lui e fantasticavo su di noi. Parlai con una cara amica di quello che mi stava accadendo e di quello che avrei voluto che accadesse. Il suo solo penisero fu: "Spero che tuo marito non lo venga mai a sapere, vedi di non perdere la testa, altrimenti sono cazzi!". Giusto. Forse stavo veramente cominciando a perdere la testa. Oh merda. Cosa stavo combinando? In che situazione marcia mi stavo infilando? Ma soprattutto, perchè ero conscia del fatto di fare una gran cavolata, ma nello stesso tempo, sentivo una forza brutale spingermi a farlo?

Mandai un sms a lui chiedendogli se facesse pausa pranzo e se gli andava di vederci. Poco dopo ero ai giardinetti ad aspettarlo. La giornata era splendia, non una nuvola in giro, cielo terso, limpido e sole tiepido che ti scaldava le ossa. Era l'una passata, andai ad un bar vicino per farmi fare un toast. Diedi due morsi e lo gettai nella spazzatura, avevo lo stomaco chiuso dalla tensione. Avevo finalmente le farfalle nello stomaco. Era questo che volevo no? 

Stavo seduta sull'erba fresca, il sole mi baciava il viso, quando mi arriva un suo sms: "Sono ai giardinetti sei già scappata?". Mi alzo in piedi per farmi vedere. Lo trovo subito. Anche lui mi nota. Ci sorridiamo e mi viene incontro. Sorride ma ha il passo lento, non ha più quella sicurezza che aveva in negozio. E' piccolo... sembra un cucciolo. Adesso per la prima volta lo vedo piccolo, sento la differenza d'età. Ci scambiamo due baci sulle guance e ci sediamo sull'erba. 

Non mi ricordo di preciso cosa ci dicemmo, solo qualche frase senza senso. La cosa che più mi è rimasta impressa sono le sue  mani insicure che strappano continuamente fili d'erba, i suoi occhi scuri che guardano a terra, quasi avesse timore di guardare dentro ai miei, le sue parole ripetute nei momenti di silenzio che dicevano: "Non so che dire". Sinceramente ha perso punti quel giorno. Io volevo un uomo. Un uomo deciso, forte, sicuro di se stesso. Sicuro dei gesti che compie, di un uomo che regge il mio sguardo, che regge il silenzio, anzi che assapora il silenzio. Ho voluto dargli una seconda chance. Gli ho raccontato che è uno strano periodo per me e che sento il bisogno di divertirmi. Mi ha chiesto:

- "Allora io sono il tuo divertimento?" 

- "Sì!"

Gli ho detto che avrei voluto vederlo sotto la luce della luna. Lui ha sorriso ed ho intravisto di nuovo il suo sguardo penetrante. L'ora in cui siamo stati insieme è volata. Time is up. Lui è tornato al lavoro, io a casa.

venerdì 1 gennaio 2010

Tempo di attesa

Mulberry Moon

Arrivata a casa con il cellulare in mano, controllavo in maniera frenetica e costante se c'era ricezione, ma soprattutto se mi aveva mandato un sms. Sblocca tasti... controllo, sblocca tasti... di nuovo controllo. Era ormai sera inoltrata, quando decisi di spegnere il cellulare, non prima però di aver dato un'ultima controllatina; niente da fare, niente sms. Odio attendere, odio aspettare. La mattina mi svegliai con 10 Kg sulle spalle, ma come cavolo avevo dormito quella notte? Scesi per fare colazione e accesi in automatico il telefonino: Drin-drin, drin-drin, un sms. Ero ancora mezza addormentata e il suono forte del messaggio mi fece sobbalzare. 

"Ciao indovina chi sono? Tanto non indovineresti mai! Sono A. volevo dirti che non ce l'ho fatta a cancellarti dal computer, mi spiace. La piega è sempre viva? ;)"

Più o meno lessi una cosa del genere. Ora del messaggio 22.32. Ero troppo felice, mi aveva scritto! Aveva pensato a me a quell'ora tarda della sera! Adesso toccava me fare la mossa seguente.